di Giovanna Di Rosa, #Politica
Dopo il “faccetta nera” cantata alla radio e la storiella sulla “pulizia etnica del pensiero” la consigliera regionale fratellitaliota Donazzan torna a raccontarci la sua triste storia, tristemente rivisitata e ancor più tristemente raccontata.
Lo fa in una sua peculiare rivisitazione del 25 aprile, la Signora ha una sua certa insulsa creatività, nella quale riscrittura decide di celebrare i nazisti, 14, e di recarsi sul Monte Corno, sull’Altipiano di Asiago, alla foiba Buso de La Spaluga, dove al termine della guerra furono gettati 14 soldati nazisti. Siccome la Consigliera ha una risposta a tutto, ha detto di averlo fatto per “celebrare tutti (e sottolineo tutti) i connazionali che hanno combattuto durante la guerra civile ’43-’45 nell’ottica di una Pacificazione Nazionale”. A Donazzan dev’essere sfuggito che i “connazionali che hanno combattuto” erano nazisti tedeschi e i tedeschi nazisti erano invasori, dittatori ed assassini stragisti, oltre che fautori del genocidio degli ebrei, colpevoli di sette milioni di morti e alleati di Mussolini fin quando questi non cambiò idea.
La sua giornata di gloria si è quindi conclusa, come spiega Il Fatto Quotidiano, con un fastidioso stridere di unghie sugli specchi per rispondere all’accusa di avere messo in piedi “una celebrazione di parte, nel senso della parte dei morti dell’esercito invasore, più che della liberazione dal fascismo e dell’occupazione nazista” al di là delle “parole che poi ha usato per spiegarla. Ha così incassato le critiche feroci delle opposizioni in consiglio regionale”, alla quale ha replicato annunciando querele.
Dalla leader di Fratelli d’Italia, Meloni il solito silenzio, del resto ci sarebbe troppo da dire ed essendo impegnata con i siluri a Speranza per colpire Salvini la leader non avrebbe tempo per prendersela, oltre che con Donazzan, anche con gli altri Fratelli d’Italia presenti alla mesta cerimonia. C’erano infatti anche l’assessore del Comune di Vicenza, Silvio Giovine, pure di Fratelli d’Italia, e una trentina di amministratori locali vicentini.
Del resto Meloni non appartiene “ai condannatori un tanto al chilo” come disse riferendosi al suprematismo trumpiano ai tempi di Capital Hill. Una leader, un partito.
(30 aprile 2021)
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