La polemica tra la Lega di Zaia e l’assessora canterina di Fratelli d’Italia Donazzan caduta nella trappola della trasmissione La Zanzara che le ha fatto cantare Faccetta Nera, continua (come la la petizione per le sue dimissioni continua ad essere online). Dopo le arrampicate sugli specchi, le poco convinte scuse, il dito puntato di Zaia, l’infelice espressione “pulizia etnica del pensiero” – che ha reso noto che Fratelli d’Italia, per lo meno in Veneto, deve considerarsi una razza eletta – la Lega non ha ancora abbassato le armi.
Donazzan, è “sotto processo” della giunta veneta che ha messo il malaugurato caso all’ordine del giorno del Consiglio del 19 gennaio, nonostante la lettera di scuse e spiegazioni dal personale punto di vista donazziano, e il il capogruppo Giuseppe Pan, non gliele ha mandate a dire.
“Non possiamo accettare che un assessore e un rappresentante delle istituzioni affronti temi così delicati con una tale leggerezza” ha detto in una dichiarazione riportata dall’ANSA. “L’assessore Donazzan avrebbe potuto evitare di fare quelle esternazioni, anche per rispetto dell’incarico e delle istituzioni che rappresenta (…) condanniamo fermamente qualsiasi revisionismo”.
E mentre la Lega in Veneto prende decisamente le distanze dall’episodio, tanto Meloni quanto Salvini tacciono: non che sia un gran male né una sorpresa, perché nel momento in cui dovrebbero parlare non parlano.
(15 gennaio 2021)
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