di Giancarlo Grassi, #politica
Dalle dichiarazioni al megafono, vena gonfia e collo rosso, rilasciate a Piazza Pulita – “Bloccheremo il paese”, “Dovranno fare i conti con noi” – si è passati al “Chi vuole andare al lavoro può andare”, anche se i presidi starebbero rimandando indietro camion giunti in porto per caricare. E’ la coda del famoso ne usciremo migliori che fino a pochi mesi fa ci faceva credere che ne saremmo usciti migliori sul serio.
Non ne siamo usciti migliori, ma non c’erano dubbi, ed ogni giorno ce lo conferma. Sono comunque 2mila, secondo l’ANSA, i portuali che stanno in qualche modo presidiando il primo porto italiano per traffico merci. La domanda tuttavia, è una sola, come si può anche solo pensare di bloccare un paese stremato da una pandemia di 18 mesi, che non è ancora finita, resistendo ad ogni costo, contro ogni logica e in nome di non si sa cosa, a misure che contro ogni più Fosca previsione di complottisti incolti che pensano di vivere eternamente, stanno abbassando la percentuale di contagi da coronavirus.
Ciò che dovrebbe inquietare sul serio, ne scrive Lorenza Morello qui, passa inosservato, non è percepito, non importa. Si costruisce una realtà virtuale basata sui propri convincimenti personali, su una realtà reale dai risvolti molto più inquietanti. Sentendosi furbi e tracotanti. La Terra dei Nani.
Numerosissimi da Milano, da Varese, da altre città d’Italia, sono giunti a Trieste a dare man forte allo “Sciopero sì, Sciopero no”; a Roma hanno tentato di bloccare la Labicana perché o sei con noi o contro di noi e ti blocchiamo – e poi i dittatori sono gli altri – ci sono tensioni a Genova, mentre a Napoli tutto scorre così come a Venezia dove dei 180 addetti sono al lavoro in 179.
L’informazione viene dal mondo dell’informazione, naturalmente, e viene pubblicato da un organo d’informazione, cioè dal demonio in persona, da Satana personificato, come i grandi statisti che pestavano i giornalisti de La 7 – vedi diretta di Piazza Pulita del 14 ottobre – gridavano in un trionfo di pregiudizi personali e spaventose ignoranze, mentre chi riprendeva si preoccupava di proteggerli senza inquadrarne il viso.
Una violenza inaudita e spaventosa percorre il nostro paese ed è molto difficile, per me che scrivo in questo momento, non farsi trascinare dall’emotività che mi percuote, sorda, proprio come la violenza che sento sulla mia pelle semplicemente per il lavoro che faccio.
(15 dicembre 2021)
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