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“Idranti contro lavoratori che scioperano pacificamente e neofascisti liberi”. Meloni e Salvini: in nome della “patria” si “manganella” lo stato

di Daniele Santi, #politica

Eccola la furia anti-stato dei Meloni e dei Salvini che riescono, addirittura e contro loro stessi, a condannare a loro modo i neofascisti – neofascisti che fino a ieri non esistevano, le centomila e passa persone a Piazza San Giovanni devono avere fatto loro cambiare idea – scatenandosi in una irrispettosa ed iconoclasta invettiva contro i neofascismi che fino a ieri non esistevano – “una manifestazione contro il fascismo che non esiste più”, disse Salvini un’ora dopo la chiusura della manifestazione del 16 ottobre.

L’obbiettivo è naturalmente il ministero degli Interni e in quella direzione vanno le dichiarazioni da sindacalisti rossi che inaugurano il nuovo corso filosocialista dei due confusi leader: “La settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste” è la protesta salviniana a dare il via alle danze, seguita a ruota da quella retorica finot-patriottica di FdI: “Idranti contro lavoratori in sciopero al porto di Trieste. Lo stesso governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati e l’assalto alla Cgil, usa gli idranti contro lavoratori che scioperano pacificamente”.

 

Eccola la geniale comunicazione della destra orfana di Luca Morisi (del quale, noterete, quella destra non parla più: quando c’è da tirarsi la zappa sui piedi, non sbagliano un colpo. Riescono a tirare in ballo un rave che ormai ricordano solo loro, e parlano di scioperare “pacificamente” quando gli idranti non sono certamente stati azionati contro chi agiva pacificamente.

Così i due leader dell’incredibile devono addirittura sorbirsi la reprimenda del senatore del Partito Democratico, Andrea Marcucci il quale – impossessandosi a sua volta del linguaggio della comunicazione di Lega e FdI (quello in voga fino a ieri) – ricorda che “Le forze dell’ordine vanno ringraziate sempre, anche per come stanno facendo rispettare la legge, ora a Trieste. Stupiscono i distinguo di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, che pure è un ex ministro dell’Interno. Al porto di Trieste, c’è un presidio, che più dei portuali, è ad opera di una sorta di nazionale del dissenso”.

Il mese nero legato alle ultime elezioni dimostra che ai due confusi leader che vincono le elezioni solo nei sondaggi, l’esperienza non insegna niente. Continuano a gettare benzina sul fuoco, scompostamente, senza nessun obbiettivo che non sia la loro crescita nei sondaggi, e attaccando senza tregua il governo (Salvini del governo fa parte) senza proporre nulla che li porti, anche minimamente, a sporcarsi le mani.

 

(18 ottobre 2021)

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