Look e modi nemmeno troppo vagamente leghista, corna, costumi, grida, violenza e l’attacco al Congresso provocato dalle parole di Donald Trump che poi è tornato sui suoi passi, a modo suo, e ha detto: “Le elezioni sono rubate, ma tornate a casa”, mentre i suoi sostenitori assaltavano il pennone per buttare via la bandiera americana e issare la bandiera di Trump (!) sul Campidoglio in un assalto suprematista che lascia sul terreno quattro morti (solo una donna risultava ferita, in un primo momento) e tredici feriti.
Gli slogan sono variegati, e molto ben conosciuti anche a casa nostra: dalle magliette che inneggiano ad Auscwhitz ai discorsi deliranti di incolti razzisti: “Questo succede se si strappa la vittoria ai patrioti” – dopo elezioni regolarmente e certificatamente perse; giubbotti antiproiettile, maschere sul viso – per coprirlo non per proteggersi – e un capo sommossa vestito da sciamano, pelliccia e corna in test. E’ un italoamericano, tanto per non dimenticarsi chi in Italia sosteneva Trump ed oggi tace, prendendosela con il documentario su San Patrignano (ne parleremo in altra sede).

Insomma, il colpo di Stato, il tentativo di colpo di stato negli USA era nell’aria, con Trump che ha pesantissime responsabilità che dovrebbero far riflettere profondamente, anche nel nostro paese, chi tratta le istituzioni democratiche come carta igienica. Ne avevamo parlato qui, con i nostri ospiti d’oltreoceano, dei timori di una sommossa antidemocratica durante o dopo le elezioni.
(7 gennaio 2021)
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