di Daniele Santi
L’uomo precipitato all’8 virgola un po’ per cento, che ha eletto cento fedelissimi cento alle ultime elezioni e che è alla canna del gas ha avuto l’ennesimo colpo di genio ed ha pensato di minacciare l’espulsione di Luca Zaia, ovvero minaccia di buttare fuori dal partito la più poderosa macchina da voti (73% di preferenze personali nel computo totale leghista delle ultime regionali del Veneto) che la Lega ricordi.
Si chiamerebbe perdita di senno in condizioni normali, cioè ad avere avuto un senno, ma siccome il capo deve battere i pugni sul tavolo la minaccia di purghe non si limita solo a Zaia, ma si estende a Fedriga e, scrive Il Foglio, ordina in segreto l’attacco politico alle squadracce elette il 25 settembre. Il governatore del Friuli Venezia-Giulia aveva del resto attaccato piuttosto duramente il segretario che si converte alle purghe in stile sempre più russo, in ben due occasioni: quando aveva detto che un buon governo non può basare le proprie scelte su una continua propaganda e quando aveva detto stop a Salvini che attaccava Draghi, ricordandogli “Lega compatta con Draghi che piace agli Usa. Basta politica dei personalismi“.
Salvini è uno che se le lega al dito, come certe marchese, ed eccolo gettarsi alla caccia del colpevole, sempre in nome del popolo, mica della poltrona (la sua).
(30 settembre 2022)
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