Metti che Meloni si intestardisca sul Veneto, che proprio ne desideri ne brami e ne voglia la poltrona che è ora di Zaia (non in quanto leghista, ma in quanto Zaia, non avendo Salvini nessun merito sulla grande popolarità del Governatore) e che si sia intestardita al punto tale da arrivare alla conta. Considerando che dall’alto del suo 8 per cento e un po’ il preciso Salvini non arriva nemmeno a un terzo dei voti di Sua Maestà la Presidente con quali argomenti andrà a contrattare?
Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia Ciriani, scrive l’Huffington Post, il problema del terzo mandato per i presidenti di Regione “sarebbe potuto essere affrontato in Parlamento con una proposta di legge, magari da parte della Lega. Così magari avrebbero potuto convincerci che fosse giusto modificare il limite di mandato che è insito nelle elezioni dirette come quelle per i governatori delle Regioni o i sindaci”.
Ciriani, per la cronaca e per la Storia, è il ministro per i rapporti col parlamento del Governo Meloni, quello di cui il segretario leghista sulla graticola è anche vicepremier oltre a essere ministro-ombra di tutti i ministeri retti da altri, e non ci va giù leggero contestando con chiarezza e senza sconti l’atteggiamento della Lega che ha “preferito muoversi con un blitz in Commissione” anziché cercare una soluzione condivisa. Ed è proprio qui che Ciriani la mette giù dura dicendo: “Ora è difficile tornare indietro”.
(5 gennaio 2025)
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