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La Lega per “il popolo” scrive “alla cortese attenzione del capofamiglia” e ha perso contatto con la realtà

di Giovanna Di Rosa

Nel vocabolario leghista veronese le donne evidentemente non esistono, o non godono del favore maschile tutto celodurista del parti trattamento: alla ricerca disperata di voti il partito di Salvini a cui non bastano le uscite incomprensibili del Capo, ha deciso di inviare una lettera di invito a votare un po’ peculiare, indirizzandola “alla cortese attenzione del capofamiglia“, in un rigurgito pre-sessantottino di diseguaglianza sociale che inneggia al patrarcato.

L’invito recita “Barra il Simbolo della Lega – Sboarina sindaco”, e si riferisco al voto del 12 giugno per scegliere il primo cittadino di Verona che vede il ritorno del battagliero Tosi che è sostenuto da Forza Italia. Sboarina è il candidato di Lega e FdI, gli stessi che si scannano a Parma e in Sicilia. Di considerevole interesse socio-politico il fatto che alleato della Lega che si rivolge solo “al capofamiglia”, sia un partito guidato da una donna.

Fatto che la dice lunga sulle profonde differenze tra ciò che si dice e ciò che si fa, o meglio, tra ciò che si vende in campagna elettorale e ciò che si farà sul serio una volta al governo. Le destre, insomma, vivono in un paese tutto loro che non è quello che dicono di volere, ma è quello che faranno se dovessero vincere le elezioni: che le democrazie illiberali, i paesi dell’ex patto di Varsavia riconvertiti all’illiberalismo e i neofascisti di Vox siano un po’ i loro fari ideali non è un mistero.

 

(9 giugno 2022)

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