di Paolo M. Minciotti, #Politica
Essendo Fratelli d’Italia quella forza politica che non ci fa mancare nulla, né nelle dichiarazioni né nell’incoerenza che quelle dichiarazioni segue, eccoci di nuovo a fare i conti con una storiella di firme false, quelle che Daniele Polato, veronese, eletto per Fratelli d’Italia, aveva autenticato per la presentazione delle liste regionali del 2015 (sorpresa) e che la Corte d’Appello di Venezia ha confermato essere false. S
Lo scrive Il Gazzettino. Il consigliere Daniele Polato rischia così di vedersi saltare la poltrona – irrilevante, visto che i Fratelli coltelli d’Italia si fanno eleggere per amore vostro e mica per ambizione loro – un problemi irrilevante tutto interno al partito della leader Meloni, quella politica che sta all’opposizione perché fa molto più comodo puntare il dito che prendere decisioni visti i trascorsi (governo Berlusconi, spread a 522,11, Meloni ministra, e addirittura lo negherà), e certe performance in certe regioni d’Italia.
La storia parte da lontano. Le liste erano quelle di Forza Nuova, per capire da dove vengono gli esponenti di Fratelli d’Italia, ed era il 2015 a Verona.
Scriveva ai tempi il Corriere del Veneto:
Firme false nella lista di Forza Nuova presentata per le elezioni regionali del 2015: rinvio a giudizio per l’assessore comunale alla Sicurezza Daniele Polato e condanna a un anno per il leader del partito di estrema destra Luca Castellini. Questo il verdetto del gup Raffaele Ferraro chiamato a pronunciarsi sull’ennesimo caso di nominativi sospetti inseriti nelle liste elettorali, dopo quello delle comunali del 2014 con un totale di 97 persone finite davanti al gup, tra le quali nomi di spicco del panorama politico veronese. Ma l’ultima vicenda affrontata al primo piano dell’ex Mastino, riguardava invece le regionali dell’anno successivo e vedeva coinvolti due volti noti della scena politica nostrana.
Ed era proprio Daniele Polato a magnificare il partito di Meloni e la sua genialità politica [sic] nel creare “qualcosa di rivoluzionario a destra e nel centrodestra (…) Qui c’è il futuro” come da dichiarazioni a Verona Sera. Certo di firme false non si parlava. Quello che è scomodo si rimuove in campagna elettorale.
A proposito delle firme false, confermate come false dalla Corte d’Appello di Venezia, il Corriere del Veneto scriveva che ad accorgersi che qualcosa non andava era stata “una dipendente dell’ufficio elettorale del Comune di Legnago che si era ritrovata in lista senza aver mai dato il proprio benestare. Secondo la ricostruzione dell’accusa, era stato Castellini (difeso dall’avvocato Giovanni Dal Cero) a consegnare a Polato i moduli di raccolta firme chiedendogli di vidimarli. Per poter presentare la lista in tribunale, infatti, la legge prevede il controllo di un pubblico ufficiale, quale è effettivamente un consigliere comunale. E, all’epoca dei fatti, Polato era consigliere di minoranza a Palazzo Barbieri con Forza Italia. Per quale motivo avrebbe dovuto fare un favore al rappresentante di un altro partito che, in linea teorica, avrebbe potuto «concorrere» contro la stessa Forza Italia nella caccia di voti alle imminenti elezioni?”. Arrivava pronta l’autodifesa difesa di Polato che aveva spiegato agli investigatori di avere agito “per tener fede al mio ideale di democrazia partecipativa, per consentire anche a un partito più piccolo” (Forza Nuova, ndr) “di poter prendere parte alla contesa elettorale”.
Insomma autenticazione di firme false per altruismo. Così altruisti da rischiare che salti la poltrona. Viva l’Italia.
(24 aprile 2021)
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