di Giovanna Di Rosa, #Politica
E i giovani di Fratelli d’Italia celebrarono il “figlio adottivo di Hitler”. E’ accaduto pochi giorni fa: 31 marzo, anniversario della morte di Leon Degrelle. Un post dedicato su Fb dai militanti veronesi di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile del partito di Giorgia Meloni. “Per tutti coloro che ancora sognano un secolo di cavalieri”, hanno scritto sulla pagina ufficiale sopra la foto del loro idolo. La citazione è da Militia, il saggio scritto da Degrelle nel 1964 durante l’esilio in Spagna. Leader e fondatore dei fascisti cattolici belgi del movimento Rex. Poi ufficiale delle Waffen-SS (contingente vallone) al servizio della Germania nazista.
L’uomo a cui Adolf Hitler disse “se avessi un figlio lo vorrei come te” morì a Malaga il 31 marzo 1994 dopo una lunga protezione da parte del regime di Franco. A ricordare Degrelle, celebrandone il mito, sono oggi i giovani di un partito – FdI – che qualcuno, anche recentemente, in modo un po’ azzardato ha accostato all’immagine di una destra moderna e istituzionale, ripulita da nostalgie e derive fascistoidi. Ma che – come testimoniano numerosi casi di cronaca – sembra continuamente alle prese con gli eccessi di molti suoi esponenti e con situazioni, diciamo, imbarazzanti.
L’ultima arriva proprio da Verona. Il ricordo apologetico di un ufficiale nazista, che come il boia delle Fosse Ardetaine Erich Priebke negò l’Olocausto (nel pamphlet Lettera al Papa sulla truffa di Auschwitz). Che fu alla testa di una brigata di 4mila uomini e che il 27 febbraio 1944, nel celebre discorso al palazzetto dello sport di Bruxelles, ribadì la sua eterna fedeltà alla causa nazista. “Solo chi ha fede sfida e rovescia il destino! Abbiate fede! E lottate! Il mondo lo si perde o lo si prende! Prendetelo! Nel deserto umano in cui ballano tanti montoni, siate leoni! Forti come loro! E come loro intrepidi! E che Dio vi aiuti!”: altra esortazione firmata Degrelle. Ripresa in più occasioni da gruppi neofascisti.
Paladino del nazionalsocialismo, il politico e militare belga è diventato una figura di riferimento per i movimenti di estrema destra europei. Un po’ un simbolo della generazione degli anni ’30 e i loro emuli nel neofascismo. Come tanti boia nazisti, anche Degrelle trovò rifugio e protezione nella Spagna del Caudillo: alla fine del franchismo gli venne concessa la nazionalità spagnola, che lo liberò dall’estradizione pendente durante 50 anni. Morì nel 1994, a 87 anni, in una clinica sulla costa di Malaga, senza aver mai messo piede in carcere. Questo è l’uomo celebrato dai ragazzi di Fratelli d’Italia.
L’uomo, va detto, morì alla bella età di 87 anni e non si fece un solo giorno di galera. Nonostante i trascorsi nazisti e la protezione del Generalissimo. Ecco chi hanno celebrato il 31 marzo i giovani di Fratelli d’Italia da via della Scrofa storica sede dell’MSI, poi di Alleanza nazionale e dove ora Fratelli d’Italia ha le sue cinque stanze di uffici.
La celebrazione di Leon Degrelle sarà apologia o libertà di opinione?
(6 aprile 2021)
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