di Giancarlo Grassi, #politica
Né il dialetto a tutti i costi, né i càzo come intercalare al posto di virgole e punti e virgole, serviranno al Camallo Infuriato, rosario in mano che per chi ha fede non c’è virus che tenga, al fine di recuperare il suo posto di lavoro, essendo stato licenziato perché mentre era in malattia partecipava alla manifestazioni – tranquilli, al Tuiach qualche sovranistissimo seggio in parlamento a pigiar bottoni, nemmeno troppo insistendo, qualcuno glielo trova. E’ un lavoro facile. Basta dire “Yes, Sir”. A conoscere l’inglese, certo…
Insomma nonostante le battute sulla vasellina dopo un pestaggio omofobo, la militanza nella Lega e la conseguente espulsione, quella in Forza Nuova e fora anca di lì e quindi l’agitare animi brandendo rosari sull’inesistenza del Covid, salvo poi contagiarsi per “colpa degli idranti della Polizia”, a Tuiach tutto rosario e grida arriva anche la lettera di licenziamento come riportato dal quotidiano Messaggero Veneto.
Non si sa se per intercessione divina o per terrena esasperazione, perché se sei in malattia poi te ne stai a casa, mica te ne vai in giro a manifestare, altrimenti significa che non sei malato, si chiude la gloriosa carriera durata 18 anni del portuale. Sic Transit Gloria Mundi.
E’ quando proteste e manifestazioni no vax e no Green pass, esposizione mediatica, partecipazione ad iniziative di protesta, grida incontrollate agite di fronte alle telecamere, fanno più male che bene soprattutto se le hai fatte quando avevi presentato un certificato di malattia. Insomma tutto ‘sto casino gli è costato il posto. Al quale teneva così tanto da presenziare alle manifestazioni pro-posto-di-lavoro persino quando era in malattia. Tanta abnegazione ripagata col licenziamento. Proprio non c’è più humana caritate.
(14 novembre 2021)
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