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A Verona il vescovo Zenti usa l’inesistente “teoria del gender” per entrare a gamba tesa nelle elezioni

di Giovanna Di Rosa

“Chi vota pensi alla famiglia”, tuona il presule intervenendo a gamba tesa, e come rappresentante di uno stato estero, nelle vicende interne italiane regalando una lettera che gronda pregiudizio e medievalismo basandosi sull’inesistente teoria del gender che nessuno sa cos’è, ma a certi integralisti cattolici fa sempre comodo citare.

Il Vescovo di Verona, con una lettera pubblicata dall’Adnkronos, invita gli elettori a prestare “attenzioni alla famiglia voluta da dio” – che speriamo non sia quella dove si ammazzano due donne alla settimana senza che lor monsignori dicano muh – “e non alterata dalla teoria del gender” che speriamo, prima di morire, sappiano anche spiegarci che cosa è.

Poi il vescovo Zenti, perché la gloria non è mai troppa, si dà una shakerata e decide di inserire nella missiva che pretende di ordinare chi votare sulla base dei pregiudizi dei vescovi conservatori, un appello al farsi “onore di favorire le vocazioni”.

Poteva scrivere direttamente “votate Sboarina“. Almeno c’avrebbe guadagnato in sincerità.

 

(20 giugno 2022)

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