Siccome FdI e Giorgia Meloni continuano a dire “No” al terzo mandato (lo dicono tanto per De Luca in Campania quanto per Zaia in Veneto), aggiungendo l’onda di rifiutare a Salvini in conferenza stampa di inizio anno, per non fargli mancare nulla, la poltroncina di ministro dell’Interno perché “il ministro Piantedosi sta facendo benissimo“, la Lega di Salvini ha deciso l’affondo contro il regicidio e ha deciso: “Se FdI reclama la poltrona di presidente la Lega andrà da sola”.
Dove andrà dipende da dove la manderanno gli elettori. Perché va ricordato che la vittoria alle ultime regionali, con un plebiscito, non ha riguardato la Lega ma la figura di Luca Zaia, oltre il 72% con più della metà di voti alla sua lista personale e non alla Lega. E non a Salvini. Le elezioni del 2022 hanno poi confermato la tragica caduta verticale del Salvini leader che non solo ne ne imbrocca una, nemmeno la mise alla Trump, ma precipita: -18,28% in Veneto, -15,58% in Friuli-Venezia Giulia, -14,99% in Lombardia.
Ed è certamente perché ha contezza di ciò che succede che Salvini vuole andare da solo. Spera di presentare il conto dopo. Ma ha contro di sé, oltre che le sue stesse scelte, un’avversaria formidabile che in questo momento non ha rivali. E che giustamente, perché la politica è anche questo, rivendica la sua forza elettorale. E, per concludere, non è proprio che Salvini calzi a pennello i panni del difensore di Zaia.
(11 gennaio 2025)
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