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Home79ª Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaVenezia 79, Gaynet: "Il documentario su Braibanti rende giustizia alla persecuzione di...

Venezia 79, Gaynet: “Il documentario su Braibanti rende giustizia alla persecuzione di Stato degli omosessuali”

di Paolo M. Minciotti

“Presentato oggi a Venezia Il signore delle formiche di Gianni Amelio, un documentario su Aldo Braibanti che illumina con chiarezza una pagina poco conosciuta della persecuzione di Stato degli omosessuali nel nostro Paese”. Così in una nota Rosario Coco, Presidente di Gaynet.

“Nonostante in Italia l’omosessualità non abbia mai costituito reato penale, a differenza di tanti altri paesi europei, l’uso della legge contro Aldo Braibanti, accusato di plagio psicologico sul compagno più giovane di lui Giovanni Sanfratello, fu solo l’epifenomeno di una serie di pratiche sistematiche di persecuzione delle persone omosessuali, cominciata con il confino fascista e proseguita nella Repubblica con la caccia più o meno esplicita all’omosessuale. Braibanti venne incarcerato nel 1964 in attesa di processo mentre Sanfratello subì due ricoveri coatti in manicomio dove venne sottoposto al coma insulinico e a elettrochoc per “curare” [sic] la sua omosessualità.
Braibanti, partigiano, ex militante del PCI, attivo come scrittore e autore di teatro, dopo il processo prosegue con le sue attività finendo però, in vecchiaia, in condizioni di indigenza. Solamente grazie all’intervento parlamentare di Franco Grillini, nostro presidente onorario, nel 2006 ottenne i benefici della legge Bacchelli, ovvero il sostegno a intellettuali e personalità dell’arte in condizioni indigenza. Questa pagina poco conosciuta della nostra storia recente” continua Coco “ci ricorda come nonostante il progressivo cambiamento culturale degli ultimi decenni abbia segnato un miglioramento dell’incisività delle persone LGBTQI+ nel nostro Paese, la discriminazione dello Stato e della classe politica agita ancora oggi, come dimostra il vergognoso applauso in Senato dopo la bocciatura del Ddl Zan, ha origini lontane la cui memoria va preservata e tenuta viva affinché le stesse cose non accadano di nuovo. La conquista dei diritti non è mai mai definitiva, specie se consideriamo che in Italia ci sono ancora persone che chiamano la polizia perché due uomini si baciano sotto casa. Mantenere viva la memoria storica – conclude Coco-, anche grazie a opere come questa, è una delle ricette principali per rimanere sulla strada dei diritti, parafrasando l’omonima iniziativa approntata dalle associazioni arcobaleno in occasione di questa campagna elettorale”.

 

(6 settembre 2022)

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