Questa mattina alle ore 11, Fede (17 anni) e Ismaela (26 anni), aderenti alla campagna Fondo Riparazione di Ultima Generazione si sono incatenate davanti alla prefettura di Padova con la bocca ricoperta di rosso, iniziando così uno sciopero della fame per chiedere un incontro pubblico con il Prefetto. Dopo essere entrate dentro la prefettura, il Prefetto Messina ha acconsentito a un incontro ma in privato e solo con loro due.
La richiesta di Ultima Generazione rimane di avere un incontro pubblico con la stampa presente.
Fede, 17 anni, studentessa delle superiori ha dichiarato: Oggi inizio uno sciopero della fame per denunciare il clima di repressione a Padova e non solo. Non voglio cedere all’indifferenza e al disincanto; voglio reagire quando il proprio diritto viene calpestato; mostrare ad altre persone che hanno ancora timore o dubbi, che si può e si deve resistere; mostrare a chi, nei vari movimenti, associazioni, collettivi sta resistendo e a vissuto le stesse esperienze di oppressioni poliziesca, che non siamo sole. In realtà, questa repressione riguarda tutti noi, perché sono stati i movimenti di protesta e dissenso a conquistare il diritto di cui oggi tutti godiamo.
Lo sciopero della fame è una forma di sacrificio vissuta totalmente da colui che la pratica, poiché non mira al danneggiamento del “nemico”, ma a mostrare all’opinione pubblica l’ingiustizia – che non riguarda solo il singolo scioperante ma è dovuta ad una situazione strutturale che colpisce più persone e intere categorie. Fede e Ismaela hanno preso consapevolezza del pericolo che sta correndo la nostra democrazia e hanno deciso di agire, sacrificando il loro benessere per dare risonanza al crescente clima di repressione contro i movimenti politici e sociali. I fatti sono oramai numerosi: perquisizione UG: la richiesta, poi archiviata dal giudice, del riconoscimento di associazione a delinquere per Ultima Generazione; il giornalista e turista portati in questura; polizia dentro l’università autorizzata dalla rettrice; aggressione fascista ai ragazzi dello spazio CATAI; inoltre da tempo molti collettivi cittadini subiscono repressione, soprattutto Palestina Libera e il movimento transfemminista.
Chiediamo un incontro pubblico al Prefetto di Padova. Vogliamo porgli delle domande e discutere a proposito della repressione subita da diversi movimenti politici e sociali e sulla gestione di manifestazioni pacifiche nella città di Padova e in Italia. Una repressione che si inasprirà con il disegno di legge 1660 (il cosiddetto “decreto sicurezza”). Vogliamo un incontro con il Prefetto perché è la massima istituzione preposta alla sicurezza di un territorio. Vogliamo che l’incontro sia pubblico, perché riteniamo che in uno stato democratico le scelte di chi ha ruoli di potere debbano essere il più possibili trasparenti.
Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa ricevuto.
(16 luglio 2024)
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