di Giancarlo Grassi
“Non è stato fatto niente per spiegare alla gente come comportarsi con un numero così alto di orsi: cosa fare per prevenire incontri, quali zone non frequentare, come reagire a un attacco. Hanno lasciato tutti ignoranti e tranquilli, senza nemmeno installare i cassonetti anti-orso in tutti i paesi a rischio. Pretendiamo un’assunzione morale di responsabilità da parte di chi per quasi un quarto di secolo ha gestito i plantigradi in Trentino, spingendo tutti nel disastro a cui assistiamo”. (Repubblica, 20 aprile 2023)
O il cattivismo di Fugatti spiegato in parole semplici. Appariva infatti di difficile comprensione, infatti, che il presidente Maurizio Fugatti di quella Provincia Autonoma del Trentino dove nella vulgata nazionale tutto funziona perfettamente solo perché c’è Fugatti, il presidente si scagliasse contro gli animalisti (“Volete l’orso? Venite a prenderveli, ne abbiamo 70” senza ricordare chi ce li ha lasciati, lì dove stanno) e coloro che educatamente dicevano che l’orso fa l’orso e non fa del male in maniera cosciente come fanno gli esseri umani, che a volte con la carne d’orso pare ci banchittano anche, con una certa livorosa spocchia che lasciava a bocca aperta (sarà la scuola del cattivismo leghista?) uscissero senza un motivo.
Ci voleva il padre di Andrea Papi, il giovane che l’orsa ha ucciso, a recitare il de profundis di Fugatti con una intervista di lancinante chiarezza che Repubblica ha pubblicato il 20 aprile (link in alto). Vengono poi dall’infinito passato leghista altre parole che staffilano Fugatti e che si uniscono alle dichiarazioni dei veterinari che hanno dichiarato “Non uccideremo mai l’orsa” e vengono dall’ex deputato e ex responsabile del dipartimento della tutela del benessere animale della Lega, Maturi (l’articolo al link precedente). Si spiegherebbero, stando alle loro parole, alcune cose. Cattivismo compreso.
Si teme che nella confusione, chi voleva scavare la fossa all’orsa si sia scavato la propria, con dichiarazioni che “nelle ultime ore vengono distorte, o usate per uno scontro in cui non vogliamo essere coinvolti e che ci umilia”, per dirla ancora con le parole di Carlo Papi rilasciate in una intervista al quotidiano Repubblica (link in alto) che fa riflettere.
(20 aprile 2023)
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