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Fedriga zittisce Salvini: “Lega compatta con Draghi che piace agli Usa. Basta politica dei personalismi”

di Daniele Santi

Un segnalino giunse da Fedriga, non solo presidente del Friuli Venezia-Giulia, ma pezzo da novanta della Lega che prende voti, al segretario federale della Lega che i voti invece li perde, a mezzo punto percentuale la settimana e che dal Papeete in poi galoppa irrequieto senza tregua e senza costrutto.

Fedriga, in una intervista a Repubblica, ha infatti chiarito che la Lega che conta sta con Draghi “che piace agli USA” e che “con i personalismi” anche “basta”. E’ solo il primo dei siluri che Matteo Salvini riceverà certamente nelle prossime settimane causa i suoi insuccessi elettorali, le sue proposte insensate, il suo agitarsi senza portare a casa nulla, il suo vanificare ogni sforzo con scelte politiche senza un’idea dietro (vedasi l’iperattivismo sterile durante le elezioni per il Quirinale) e, ultimo ma non per ultimo, il suo pretendere di stare dentro al governo e contemporaneamente starne fuori.

A questo proposito, e in chiarissima chiave anti-Putin, Massimiliano Fedriga dichiara al quotidiano Repubblica che l’Italia deve “rafforzare i rapporti con gli Usa e le democrazie occidentali, sul piano commerciale e politico”: un siluro potentissimo non solo alle pulsioni filo-Putin di Salvini, ma anche all’ambiguità filo-est europeo di Meloni d’Italia. Proprio per questo Fedriga ritiene che la “Lega deve continuare ad appoggiare compatta il governo Draghi” e di ritenere “fondamentale rafforzare i rapporti con gli Usa e le democrazie occidentali dal punto di vista politico”. Secondo Fedriga “Usa ed Europa vivono una situazione in cui il rifornimento di materie prime e componentistica è delegato a Paesi terzi. Non ce lo possiamo più permettere” e propone la creazione di una rete di protezione sulla componentistica essenziale alla produzione di microchip, ad esempio, la cui produzione è ora completamente delegata a paesi terzi che “porti al reshoring di questo mondo produttivo, magari anche con una scelta politica di incentivazione pubblica. Come ha fatto l’Europa con l’agricoltura” garantendo ai paesi di USA e blocco occidentale di non essere più “in balia delle tensioni internazionali”. Ecco servito il Salvini di prima i Russi.

Fedriga è tuttavia d’accordo con Salvini, ed è un peccato stava riuscendo ad essere così credibile, quando parla di riforma della legge elettorale: “Non la vedo proprio come una priorità”. Anche a lui chiederemmo, potendo, come pensano di andare al voto nel 2023 con un parlamento dimezzato e regioni che finiranno senza rappresentanza in parlamento.

E qui l’imprinting di egoismo nordista che ha fatto della Lega il mostro ingovernabile che è, anche quando è governista, inevitabilmente ritorna.

 

(10 luglio 2022)

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